Chinesiterapia Analitica

Corsi e Trattamenti

Corsi

La chinesiterapia analitica si distingue dalle altre tecniche (Chiropratica, Manipolazioni, Osteopatia), per la finezza del suo approccio al paziente, per la dolcezza e la competenza del suo gesto, per l'assenza quasi totale di controindicazioni, che ne consente l'applicazione senza rischi anche nei lattanti o nei soggetti senili osteoporotici.

L'attività di aggiornamento professionale diretta a Medici fisiatri e a Terapisti della riabilitazione, si tiene a Pesaro ed è organizzata in sette tornate, per un totale di 110 ore durante i fine settimana.

Le lezioni sono tenute dalla Dott.ssa Lea Caratelli, già Primario Fisiatra dell'Ospedale di Pesaro e responsabile per l'Italia dell'Istituto Internazionale di chinesiterapia analitica di Bruxelles, coadiuvata dal suo collaboratore Karem Ibrahim. La dott.ssa Caratelli è disponibile a tenere corsi organizzati da enti pubblici o privati in qualsiasi località d'Italia.

Corso di Chinesiterapia Analitica

Partecipanti: Da 18 a 28 persone.
Prerequisiti: Terapisti della riabilitazione o Medici fisiatri.

Nozioni di base. L'anca.

  • Riflessioni sul concetto di terapia analitica.
  • Analisi del concetto fisico di forza, scomposizione delle forze vettoriali.
  • Equilibrante di un sistema di forze.
  • Concetto di baricentro e leggi che ne regolano gli spostamenti.
  • Momento di una forza e sue applicazioni biomeccaniche.
  • Lavoro di una forza.
  • Energia potenziale e cinetica.
  • Concetto fisico di pressione e sue applicazione.
  • Le leve e loro applicazioni.
  • Azione delle forze muscolari in relazione agli angoli di inserzione.
  • Equilibrio delle forze, velocità angolare.
  • Stati patomeccanici delle articolazioni.
  • Analisi biomeccanica dell'anca in rapporto alla sua funzione portante e mobilizzante.
  • Studio della forza di gravità e effetti della risposta del suolo a seconda della posizione degli arti e del bacino.
  • Studio della ampiezza della ricopertura della testa femorale.
  • Studio dell'orientamento delle forze di spinta intra-articolari.
  • Componenti capsulo-legamentose e loro azione nei riguardi del femore e del bacino.
  • Studio dei vari muscoli e loro azione in rapporto all'orientamento anatomico e funzionale delle articolazioni.
  • Analisi del cammino ed effetto delle forze a seconda del morfotipo.
  • Reazione dei legamenti e dei muscoli in dinamica.
  • Studio della intensità delle forze che comprimono la interlinea articolare.
  • Studio della ripartizione delle forze sulla interlinea articolare.
  • Stati patomeccanici dell'anca.
  • Aspetti radiografici.
  • Test specifici per evidenziare i vari stati patomeccanici dell'anca e loro correzione.
  • Continuazione del lavoro pratico di correzione.

Il ginocchio e il piede

  • Articolazione femoro-tibiale: analisi biomeccanica sul piano frontale, sagittale e orizzontale.
  • Articolazione femoro-patellare: analisi biomeccanica sul piano frontale, sagittale e orizzontale.
  • Movimenti di queste articolazioni durante la marcia a gravità anteriore e posteriore.
  • I menischi.
  • I legamenti collaterali e crociati.
  • Stati patomeccanici e loro ripercussione sulle varie strutture del ginocchio.
  • Test per svelare gli stati patomeccanici.
  • Loro correzione analitica.
  • L'articolazione tibio-tarsica: suoi assi di movimento. Biomeccanica del sollevamento del tallone.
  • Il perone durante la flessione plantare e dorsale della caviglia.
  • Decentramento tibio-tarsico e del perone.
  • Test per svelarne i decentramenti.
  • Loro correzione manuale.
  • L'articolazione sotto-astragalica: suoi assi di movimento.
  • Relazione tra astragalo e calcagno in catena cinetica chiusa e aperta.
  • Sue relazioni con il bacino e il tronco.
  • Decentramento della sottoastragalica.
  • Test per svelarne le alterazioni.
  • Sua correzione analitica manuale.
  • L'articolazione medio-tarsica: suoi assi di movimento.
  • Suoi decentramenti.
  • Test per svelarli.
  • Correzione manuale dei decentramenti.
  • L'alluce e i suoi problemi patologici.
  • Test selettivi.
  • Correzione manuale.

La colonna lombare e le sacro-iliache

  • I meccanismi di presa in carico del piano vertebrale.
  • La pinza aprente o decompressiva.
  • Analisi biomeccanica ed elettromiografica dei muscoli intrinseci e delle sartie vertebrali .
  • I meccanismi di mobilità del PV: scivolamento in convergenza e divergenza del PV, relativi disallineamenti Meccanismi di rotazione anomala del PV.
  • I meccanismi di stabilità del PV.
  • Effetti della lateralizzazione gravitaria.
  • Perdita dei meccanismi di stabilità.
  • Il rachide lombare, sue particolarità.
  • Stati patomeccanici e sue ripercussioni sulle strutture peri-articolari.
  • Analisi radiografica.
  • Test di valutazione della mobilità globale e segmentaria del rachide.
  • Correzione analitica delle situazioni patomeccaniche del rachide lombare.
  • Continuazione della correzione pratica.
  • La spondilolistesi.
  • L'articolazione sacro-iliaca, sue alterazioni patomeccaniche.
  • Test e correzioni.

L'arto superiore

  • Anatomia della spalla nei riguardi delle componenti ossee, muscolari e legamentose.
  • Vie di passaggio della spalla in fisiologia.
  • Analisi biomeccanica della funzione legamentosa.
  • Analisi vettoriale della azione muscolare a seconda degli angoli di movimento.
  • Stati patomeccanici della articolazione scapolo-omerale.
  • Test che evidenziano i vari stati patomeccanici e loro trattamento manuale.
  • Interpretazione radiografica delle alterazioni.
  • Patomeccanica della articolazione acromio claveare.
  • Test che ne evidenziano la alterazione e suo trattamento manuale.
  • Ruolo della cintura scapolare.
  • Il gomito : analisi biomeccanica.
  • Test e correzione manuale delle alterazioni patomeccaniche del gomito.
  • Il polso: studio biomeccanico, sue alterazioni patomeccaniche.
  • Test e correzione manuale del polso.
  • La mano: studio bio- e patomeccanico.
  • Test e correzione manuale degli stati patomeccanici.

La colonna cervicale e dorsale

  • La colonna cervicale.
  • Le vertebre comuni C2-C7.
  • L'articolazione unco-vertebrale.
  • Il forame di coniugazione.
  • L'arteria vertebrale.
  • Ruolo della gravità sulle curvature cervicali. Le dismorfie.
  • Analisi radiografica.
  • Alterazioni patomeccaniche.
  • Test selettivi.
  • Correzione manuale.
  • L'articolazione occipito-atloidea.
  • Sua alterazione patomeccanica.
  • Sua correzione manuale.
  • L'articolazione tra atlante ed epistrofeo.
  • Sua patologia.
  • Test e correzione.
  • La cerniera cervico-dorsale.
  • Sua alterazione.
  • Test e correzione analitica.
  • La colonna dorsale.
  • Sua patologia.
  • Test e correzioni.
  • Richiamo anatomico dell'ATM.
  • I muscoli sopra ed infraioide.
  • Artrocinetica dell'ATM.
  • Classificazione diagnostice dei disturbi dell'ATM.
  • Disfunzioni dell'ATM.
  • Rapporto biomeccanico della testa sulla colonna cervicale.
  • Perdita della curvatura cervicale.
  • Classi dentali e loro ripercussione sulla curvatura cervicale e della colonna dorso-lombare.

Revisione di tutte le tecniche

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Corso per il trattamento riabilitativo delle deviazioni del rachide

Partecipanti: Da 18 a 28 persone.
Prerequisiti: Terapisti della riabilitazione o Medici fisiatri.

Fisiologia dell'erezione del rachide

  • Il piano vertebrale anatomico e funzionale.
  • Il funzionamento normale e patologico del piano vertebrale.
  • Leggi fondamentali della sospensione rachidea.
  • Analisi dei vari tipi di strapiombi gravitazionali e loro conseguenze sulla sospensione muscolare rachidea.
  • Equilibrio del bacino nei riguardi della lateralizzazione gravitazionale, origine delle traslazioni e loro correzione.
  • Ripartizione dei carichi ponderali sui piedi.
  • Ripartizione dei carichi ponderali: scelta del tipo di sospensione sagittale.
  • Ripartizione dei carichi ponderali: scelta della sospensione frontale destra o sinistra.
  • Schema corporeo integrato come fattore di scelta della sospensione.
  • Analisi elettromiografica della muscolatura rachidea: differenze tra muscolatura stabilizzante e instabilizzante.
  • Ritmi stabilizzanti e ritmi instabilizzanti.
  • Effetti correttori o devianti delle sartie posteriori.
  • Personalità funzionale dei muscoli rotatori e del multifido.
  • Personalità funzionale dei muscoli del piano anteriore.

La cifosi

  • Meccanismi etio-patogenetici.
  • Analisi radiografica.
  • Sezione pratica con esecuzione diretta di tutti i partecipanti.
  • Tecniche di correzione manuale.
  • Esercizi correttivi.

La scoliosi, generalità. La scoliosi dorsale

Noi crediamo che la scoliosi sia determinata da una disfunzione del controllo espressivo neuro-motorio. Come noi siamo dipende infatti dalla interazione che abbiamo con l’ambiente e dipende perciò da quale meccanismo di adattamento il nostro sistema nervoso ha messo in atto per gestire la nostra sopravvivenza.

Il meccanismo di adattamento, pur essendo deputato a garantire la nostra sopravvivenza infatti, comporta una riduzione dei meccanismi di controllo raffinato e non è sempre in grado di garantire anche il benessere neuro-psico-fisico, potendo essere disfunzionale. In questo modo il sistema nervoso non “vede” più l’errore e quindi lo mantiene, perché lo percepisce come la sua nuova fisiologia e come normalità.

È per questo che dobbiamo cambiare l’ottica di come va seguito il paziente durante la visita. La correlazione dei sintomi deve essere fatta con la risposta di sopravvivenza per capire come si sono innescati i meccanismi, quale è iniziato prima, perché ogni tipo di sequenzialità ha un suo preciso significato e indica con quale logica si è attuata e ha fatto sì che si manifestasse la reazione. Quando un uomo ha delle evidenti asimmetrie e disorganizzazione del movimento, vuol dire che c’è una attivazione non corretta del cervello dovuta a stress presenti nell’ambiente e che si esprimono con una alterazione complessiva dell’atteggiamento neuro-psico-motorio. Si sviluppa una strategia disfunzionale per cui la attivazione muscolare è alterata e asimmetrica. Bisogna allora evidenziare al cervello la alterazione per far sì che la riconosca come patologica e possa attivare le capacità di controllo e di recupero (sempre presenti nel SN) per permettere una risposta più adeguata che consenta di gestire al meglio tutte le modifiche cui è andato incontro e di cui la scoliosi è l’epifenomeno.

Nel corso si insegnerà perciò un “altro modo” di visitare ed un “altro modo” di impostare l’esercizio terapeutico tenendo conto delle strategie motorie disfunzionali del soggetto, considerando che la Scoliosi è solo l’epifenomeno di un adattamento di tipo epigenetico.

  • Meccanismi di mobilità del piano vertebrale.
  • Meccanismi etio-patogenetici.
  • Fattori devianti del piano vertebrale.
  • Attitudine scoliotica.
  • La scoliosi idiopatica.
  • Le scoliosi malformative.
  • Le scoliosi da displasia ereditaria.
  • Le scoliosi dell'adulto.
  • La scoliosi dorsale.
  • Analisi radiografica.
  • Tecniche di correzione manuale.
  • Esercitazioni pratiche di ginnastica correttiva.

La scoliosi lombare

  • La scoliosi lombare.
  • Meccanismi etio-patogenetici.
  • Analisi radiografica.
  • Tecniche di correzione manuale.
  • Esercizi correttivi.
  • La ginnastica in corsetto.
  • Esercitazioni pratiche di ginnastica correttiva.
  • Valutazione del soggetto cifotico o scoliotico: proposta di correzione posturale.
  • La ginnastica correttiva.
  • Proposta di correzione posturale.
  • Proposta dei test di valutazione dell'apprendimento ai fini dei crediti formativi.

Riservato ai medici: Il corsetto ortopedico

  • Criteri di valutazione del corsetto ortopedico.
  • Tipologia dei corsetti ortopedici.
  • Indicazioni del corsetto a seconda del tipo di scoliosi e dell'età del soggetto.
  • Prescrizione dettagliata del corsetto ortopedico.
  • Gestione del corsetto ortopedico.

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